Vivere con gusto: questo è il tempo delle visciole

E quest'anno le ho fatte anch'io.
Prima della ricetta due notizie su questo frutto:
la pianta che produce la visciola è un cosi detto Ciliegio acido o Prunus cerasus e per la precisione esistono di questa specie tre varietà:
• Austera che produce le visciole
• Caproniana da cui si ottengono le amarene
• Marasca che produce le marasche.
E' una pianta rustica che si adatta bene alle condizioni climatiche della nostra campagna marchigiana e spesso le notiamo anche negli appezzamenti ormai abbandonati, segno della sua tenace voglia di sopravvivere.
Anche nella zona di Fabriano ancora ci sono, io personalmente ne ho 3 piccole piante, ma sicuramente bisogna ricordare il comune di Cantiano, infatti la visciola di Cantiano è iscritta nell'elenco ufficiale dei prodotti agroalimentari tradizionali della regione Marche.
Questo piccolo frutto leggermente più aspro dell'amarena e dal colore rosso scuro ha notevoli proprietà:
• Sembra, secondo alcuni studi, che i frutti di queste piante abbiano la capacità di combattere le infiammazioni delle articolazioni causate dall'artrite.
• inoltre avrebbero un'azione antidolorifica, simile a quella dell'aspirina, ma senza gli effetti collaterali di quest'ultima, grazie alla presenza di alcune sostanze: gli antociani che conferiscono la tipica colorazione al frutto.
Se avete l'occasione di trovarle vi suggerisco questa preparazione perché quando la materia prima è di qualità basta poco : visciole, zucchero e sole.
Vi occorreranno:
• barattoli in vetro sterilizzati e coperchi
• zucchero semolato
• visciole mature
Procedimento:
una volta raccolte o acquistate le visciole vanno subito preparate, vanno lavate molto bene e poi lasciate asciugare perfettamente su un canovaccio esposte al sole .
Una volta che sono pronte iniziamo a riempire il vaso e faremo uno strato di visciole alto un paio di cm e poi copriamo con lo zucchero e si continua così sino ad arrivare a circa 2 cm dal bordo, chiudiamo il barattolo. Ora dobbiamo scegliere la finestra più esposta al sole e quindi a sud, sistemiamo i nostri vasi, tutti giorni gireremo di un quarto il barattolo e la sera li ritiriamo, poi il giorno dopo tutto di nuovo, così per 40 giorni, lo zucchero si deve sciogliere completamente.
Quando sono pronte le trasferiamo in un luogo fresco e asciutto e le lasciamo riposare per almeno altri 30 giorni prima di gustarle.
E come le gustiamo?
Sul gelato, con il loro liquido si può fare una granita meravigliosa, o una fresca bevanda e perché sulla ricotta?

Questo è un articolo pubblicato il 16-07-2013 alle 19:04 sul giornale del 18 luglio 2013 - 1683 letture
In questo articolo si parla di cultura, enogastronomia, fabriano, ricette, territorio, vivere con gusto
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