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Tagli alle ferrovie: i senatori marchigiani scrivono a Napolitano

treno 4' di lettura 07/12/2008 - I senatori marchigiani Silvana Amati, Marina Magistrelli, Luciana Sbarbati, Fabrizio Morri e Francesco Casoli hanno scritto al Presidente della repubblica Giorgio Napolitano sui tagli delle ferrovie nelle Marche.

Signor Presidente, Ci rivolgiamo a Lei quale Garante primo della Carta Costituzionale perché siamo convinti che in un momento in cui si ragiona di federalismo solidale ogni atto politico istituzionale debba essere ponderato dalle parti in campo in modo che la costruzione del nuovo tenga sempre conto del principio costituzionale dell\'uguaglianza dei cittadini italiani. Ci permettiamo di sottoporLe una questione relativa al collegamento ferroviario Ancona-Roma, questione che potrebbe forse apparire marginale, ma che riguarda in modo significativo le possibilità di sviluppo economico delle Marche, Regione nella quale per altro sussistono a tutt\'oggi seri problemi infrastrutturali e di collegamento, sia aeroportuale che stradale.


Le Regioni dell\'Italia centrale, in collegamento fra l\'Adriatico e il Tirreno, meritano un\'attenzione particolare tanto più in un periodo di crisi economica internazionale. Siamo convinti che la funzione dei Parlamentari sia quella di rappresentare i cittadini, di farne ascoltare tempestivamente la voce e le esigenze e, ove queste risultino legittime, di farle valere. Da tempo come Parlamentari delle Marche ci siamo trovati a dover lamentare il progressivo deterioramento del servizio ferroviario. Soprattutto quello di collegamento tra Roma e la costa adriatica marchigiana. Un deterioramento che certo può avere varie radici, da quelle storiche, a quelle tecniche, a quelle manageriali nella direzione dell’impresa ferroviaria. Come parlamentari marchigiani, dopo esserci consultati anche con il Governo regionale, abbiamo utilizzato tutti gli strumenti rientranti nelle nostre funzioni istituzionali per sollecitare il Governo nazionale ad intervenire positivamente. Abbiamo inoltre incontrato l\'Amministratore Delegato di Trenitalia ingegner Moretti, nella convinzione che fosse utile rappresentare il nostro disagio direttamente anche all\'Azienda che peraltro ricordiamo essere al 100% a capitale pubblico. Siamo stati colpiti negativamente dalle dichiarazioni dell\'Amministratore Delegato che ci ha detto esplicitamente che il suo compito non era quello di rispondere alle giuste esigenze dei cittadini, ma esclusivamente di guardare agli interessi economici dell\'Azienda.


Secondo Moretti, che evidentemente esclude dai suoi orizzonti la responsabilità sociale dell\'impresa, solo la politica avrebbe dovuto farsi carico del servizio pubblico. Va riconosciuto che il Governo nazionale ha dato risposta parziale, ma certamente positiva alle richieste dei Governi regionali, prevedendo con l\'art. 25 del D.L. 29/11/08 n. 185 la contribuzione di 480 milioni di Euro per tre anni proprio per il rinnovo dei contratti. Nonostante tale ripristino delle risorse, risulta inalterato il piano dei tagli definito da Trenitalia al punto che probabilmente resteranno inascoltate anche richieste minime e di facile attuazione come quella di consentire fermate dei treni comunque in transito nelle maggiori città della provincia di Ancona. Le previsioni attuali sono tali che sulla linea in questione, restano escluse da collegamenti veloci significativi, le città di Ancona, capoluogo di Regione, quella di Senigallia, capofila del turismo marchigiano, con presenze in crescita anche in questo 2008 economicamente non felice e quella di Jesi, città nella quale sono stati fatti ingenti investimenti per la piattaforma logistica dell’interporto.


Sono state persino ipotizzate chiusure di biglietterie in stazioni importanti, che costituiscono evidenti presidi per la sicurezza della vita civile nel territorio. Nell’anconetano l\'unico snodo ferroviario residuo potrebbe restare quello di Falconara Marittima, città non dotata peraltro al momento, di parcheggi scambiatori. Se le politiche d\'investimento di Trenitalia saranno concentrate principalmente sui collegamenti ritenuti più redditizi, come ad esempio l\'alta velocità Torino-Napoli, non aggiungendo risorse, ma tagliando altri collegamenti sul territorio italiano, così come avverrà ora nelle Marche, evidentemente si aggraverà la condizione già esistente di un Paese che \"viaggia a diverse velocità\", cioè costituito da cittadini di serie A, B, C, e via dicendo. Siamo consapevoli che non è Suo compito intervenire nel merito della questione dello sviluppo del servizio pubblico. Siamo altresì convinti che Lei invece saprà certamente vigilare, perché la Costituzione, proprio nell\'anno del suo 60° anniversario, sia applicata in Italia in modo da garantire a tutti pari opportunità, salvaguardando il principio di uguaglianza.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 07-12-2008 alle 01:01 sul giornale del 09 dicembre 2008 - 963 letture

In questo articolo si parla di silvana amati, politica, treno





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