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Imu, Tasi e Tari, quanto basta per affossare le imprese

4' di lettura 14/12/2015 - Tasse sulle imprese, una vera giungla. L’eccessiva autonomia concessa ai quarantasette comuni della provincia, per Confidustria Ancona, sembra aver demolito la capacità del territorio di attrarre investitori. Il Presidente Claudio Schiavoni e il direttore Filippo Schittone, hanno presentato in mattinata i dati emersi dall’indagine sulla tassazione locale relativa agli stabilimenti industriali. E non sono dati positivi.

Per Schiavoni “è sconcertante constatare che dalla primavera 2011 a quella 2014 ben nove provvedimenti legislativi hanno ripetutamente modificato l’assetto delle imposte locali sugli immobili”. Nella gran confusione di sigle, l’unica cosa chiara alle aziende sembra il permanere di una certa distanza dalla ripresa economica. Dopo le mancate introduzione di una local tax unica e riduzione dell’Imu sui capannoni industriale e sui bullonati, “chiediamo – implora – l’esenzione dalla Tari per le aziende che smaltiscono da sole i rifiuti e la riduzione dell’Imu per quelle che ristrutturano, efficientano il sistema energetico o fanno investimenti. Le aziende del nostro territorio sono quelle che danno lavoro e vanno aiutate, non vessate”. Sul tema rimane scarso il dialogo con le amministrazioni. Dopo i dissapori con Spacca, che non si era voluto sedere ad un tavolo di confronto, pesa l'identico comportamento di Mangialardi in qualità di sindaco di Senigallia. Ma dalla nuova amministrazione regionale Schiavone vede qualche barlume di speranza con Cerisicoli che, anche se ancora ai suoi primi mesi di governo, spinge per la collaborazione.

I dati - che comunque potrebbero venire completamente stravolti dalle riforme del 2016 - si basano su un modello ipotetico: un’azienda di 3.000 mq con un valore catastale di 10.000 €. Se si considera l’evoluzione nel tempo, l’aliquota media di Imu e Tasi su una simile struttura è volata dall’8,7 ‰ del 2.012 al 9,5 ‰ del 2015: un aumento di circa 1.000 € in tre anni. Inoltre, spiega il direttore "un'azienda di questo tipo nel 2015 ha versato in media 13.000 € di tasse e si tratta di un fenomeno in crescita". Ma la grande variabilità nella tassazione da parte dei singoli Comuni ha provocato una grande disparità tra zone distanti pochi chilometri. Se Corinaldo e Monte San Vito si sono dimostrati Comuni virtuosi, unici due a mantenere l’aliquota base, peggio che mai hanno fatto Monte Roberto e Morro d’Alba, con un’aliquota superiore all’11‰. Dei quarantacinque Comuni che hanno giocato al rialzo, undici hanno deciso di applicare anche la Tasi, imponibile a discrezione delle amministrazioni. In un simile sfacelo una nota positiva viene dall’unione di Castel Colonna, Ripe e Monterado nel Comune di Trecastelli, cha ha livellato le aliquote verso la più bassa delle tre.

Per quanto riguarda la Tari la nota dolente viene da Falconra Marittima (>5€/mq) e Ancona (>4€/mq) che, pur avendo cercato di mantenere le aliquote costanti, sono rimaste con quelle tra le più alte della provincia, insieme a Chiaravalle e Serra San Quirico. Estremamente negativo il fatto che a inseguirle ci siano Filottrano e Cerreto d’Esi, per Schittone “i luoghi dove ci sono le aziende che danno lavoro”. I Comuni nell’orbita del capoluogo si ripartiscono in tre aree individuate dalla Confidustria. Disastrosa la situazione di Falconara Marittima, che va male sia su Imu e Tasi che su Tari, seguita da Numana e Camerano. Ottima invece la situazione di Camerata Picena, che si comporta bene su entrambi i fronti. Ancona si trova nel mezzo, con una politica insoddisfacente dal punto di vista dell’Imu, ma corretta da quello della Tasi.

Un’analisi, questa, con cui i vertici di Confindustria Ancona chiedono ad amministrazioni comunali, Regione e governo centrale di venire incontro alle imprese, “anche per quanto riguarda il decoro delle aree in cui sono inserite” ricorda il direttore Schittone. Conclude invece il Presidente Schiavoni: “L’aumento continuo delle tasse evidenzia il fatto che i servizi non ci sono, mentre dove i servizi ci sono, lo mostrano i dati, le aliquote si sono abbassate”.


   

di Enrico Fede
redazione@vivereancona.it

 







Questo è un articolo pubblicato il 14-12-2015 alle 13:36 sul giornale del 15 dicembre 2015 - 647 letture

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