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Musica siriaca nelle Marche per tramandare una cultura in via d'estinzione

3' di lettura 12/01/2016 - Un appello anche dalle Marche per salvaguardare la cultura siriana, minacciata dalla guerra e dalla diaspora. Per il maestro Missak Baghboudarian, con la musica “non si può fare come con Palmira. La sua trasmissione la rende eterna”.

L’incontro avvenuto martedì mattina presso la sede anconetana dell’Ordine dei Giornalisti delle Marche con il compositore moiarolo e frate francescano Armando Pierucci – tornato un anno e mezzo fa in Italia dopo ventisei anni trascorsi a Gerusalemme -, i maestri Nouri Iskandar e Missak Baghboudarian e la giornalista siriana Asmae Dachan tenta di ridare speranza ad un popolo martoriato e in fuga. La Fondazione Laus Plena, con sede a Lugano e sede di rappresentanza a Fabriano e presieduta da Pierucci, ci prova attraverso la musica. La sua missione è quella di tramandare il patrimonio canoro – visto che si tratta di opere a cappella - millenario della Chiesa ortodossa siriaca, di tradizione orale, trascrivendola ed incidendola. Per riuscirci servono volontari esperti.

Oggi – spiega Pierucci – nelle difficoltà che vivono i Cristiani d’Oriente, è essenziale riconoscersi fratelli”. Questo perché “come anni fa, attraverso le basiliche e i mosaici che sono stati scoperti in Siria ed in Giordania, ci si è accorti in Occidente della grande cultura cristiana dei primi sei secoli, oggi, avvicinando migliori esperti di musica sacra delle varie confessioni cristiane – siriaca, bizantina, coopta, ecc… - vogliamo conoscere questa cultura da cui tutti siamo stati generati”. Una cultura che rischia di perdersi con il popolo siriano in fuga dalla sua nazione, considerata culla della civiltà. Una parte di questo patrimonio di musica è stata raccolta nel Beth Gazo, il Libro dei Canti, trascritto da Iskandar attraverso una richiesta fattagli nel 1993 dal vescovo di Aleppo Gregorios Yohanna Ibrahim, rapito in Siria nel 2013. Il progetto odierno è quello di registrare i testi, riportati sia in versione originale che moderna, ma anche di trascrivere il resto nei prossimi tre anni, attraverso una squadra di musicisti guidati da Iskandar. Per attuarlo si stanno già cercando gli sponsor, anche attraverso il sito www.lausplenafoundation.ch, operativo dal 12 gennaio. La missone di Iskandar di “trascrivere questi canti. Una parte l’ho già fatta e ora mi appresto a fare il resto”, viene condivisa nel 2000 da Baghboudarian e le trasposizioni sinfoniche, nel 2004, arrivano a Fermo e Jesi.

Non può che apprezzare questo progetto Asmae Dachan - appena tornata dalla Siria -, individuandovi un recupero non solo della cultura siriana in estinzione, con bambini che non studiano più nemmeno la loro lingua se non al confine turco, ma soprattutto un “recupero del dialogo e della convivenza pacifica tra cristiani e musulmani che ha sempre caratterizzato la Siria”.In foto da sinistra a destra: i maestri Baghboudarian e Iskandir, frate Armando Pierucci, il presidente Dario Gattafoni e Asmae Dachan.


   

di Enrico Fede
redazione@vivereancona.it

 







Questo è un comunicato stampa pubblicato il 12-01-2016 alle 12:36 sul giornale del 13 gennaio 2016 - 994 letture

In questo articolo si parla di cultura, islam, cristianesimo, guerra in siria, Enrico Fede, musica siriaca, frate Armando Pierucci

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