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Caritas diocesana al servizio della città e del comprensorio. Grande la copertura socio-sanitaria assicurata: ritrovarsi per partire insieme

8' di lettura 03/11/2022 - Iscritti all'Emporio della Carità per l'anno 2022 più di 500 nuclei familiari: considerando una media di tre persone componenti il nucleo si arriva oltre 1600 assistiti dalla Caritas Diocesana. Le persone al 20-10 del 2021 erano 800 al 20 ottobre 2022 sono saliti a 843 (più 43) di cui 470 stranieri (55%) con 281 donne e 189 uomini. Ben 373 gli italiani (44%) con 198 donne e 175 uomini. I passaggi al 20-10 del 2021: 4311 al 20 ottobre 2022 saliti a 5.087 (più 776). Le richieste al 20-10 del 2021 - 4118 al 20 ottobre 2022 ascese a 5.297 più (1.179). Gli interventi da 4336 hanno raggiunto i 4.485 (più 149).

Un gran mole di lavoro, volontario, è scontato dirlo, ma ancora una volta è bene ribadirlo, svolto con vera passione da cinquanta persone che gravitano intorno alla Caritas Diocesana, incluse quelle delle Vicarie di Sassoferrato, Cerreto e Matelica, oltre ad una équipe che si riunisce periodicamente per valutare situazioni programmare interventi, attività e progetti.

Caritas presieduta dal presule, Francesco Massara, diretta da don Marco Strona e dal vice direttore, Gian Luigi Farneti. Con questo ultimo abbiamo approfondito, meglio ancora analizzato, la grandissima azione sociale svolta da questa Associazione.
“In questo ultimi giorni, si è parlato molto del Rapporto sulla povertà in Italia, dell’aumento delle famiglie in povertà assoluta. Non siamo più l’isola felice degli anni 90, inizio 2000, la fotografia fatta dai nostri centri di ascolta per l’anno in corso evidenzia un costante aumento delle richieste di aiuto da parte delle famiglie della nostra diocesi (28,63% in più del 2021), richieste non solo economiche (accesso all’emporio, pagamento bollette, affitti…) ma anche richieste di lavoro perché come disse il Santo Padre ad Assisi nell’Omelia del 1° maggio 2020 quando non c'è lavoro a rischiare è la dignità, perché per le persone non basta l’accesso all’emporio, non è sufficiente. Le stesse persone vogliono guadagnarsi il pane da portare a casa. La mancanza di lavoro non solo non permette di portare il pane a casa, ma non ti fa sentire degno di guadagnarti la vita”.

Alla domanda, implicita nella risposta, evidenzia Farneti: Il protrarsi dell’emergenza sanitaria da COVID-19, la guerra in Ucraina e tutte le problematiche ad esse connesse non ha fatto altro che aumentare le disuguaglianze sociali e della povertà, con il relativo insorgere di nuovi modelli di marginalità sociale ed economica, un fenomeno comune in tutti i paesi occidentali, anche se con differenze quantitative e qualitative. Purtroppo oggi, accanto alle tradizionali forme di emarginazione, affiorano nuove condizioni di povertà che vedono coinvolte sempre più famiglie costrette a vivere in solitudine il loro disagio. Queste, negli ultimi anni sono sempre più povere e soprattutto sfiduciate; emerge, in particolare, il pessimismo con cui si guarda al futuro, un pessimismo dettato da vari fattori, a cominciare dal carovita che fa intravedere sempre di più il rischio di impoverimento”.

Tra le categorie più a rischio? “Tra quelle a rischio e penalizzate troviamo anche i lavoratori dipendenti che risentono maggiormente delle difficoltà economiche del territorio: la perdita del potere d'acquisto è tangibile per tutti e va sottolineato che riguarda sia i lavoratori a tempo indeterminato, che vengono considerati i più protetti, quanto, e soprattutto, i "nuovi lavoratori", con tipologie contrattuali che nella forma non costituiscono lavoro dipendente; non vogliamo affrontare poi il tema del lavoro nero, molto diffuso nella classe delle famiglie cosiddete a rischio”.

Il vice direttore della Caritas, torna a porre l’accento su: “Di questo momento di difficoltà ne è la riprova il fatto che fino a qualche tempo fa le famiglie non si rivolgevano ai nostri servizi in un numero così considerevole come negli ultimi tempi; dai nostri dati emerge, infatti, come la loro affluenza sia diventata costante e sempre più in aumento. Ormai a richiedere “viveri” non sono soltanto i “disperati”, ma famiglie con un lavoro e con una casa che non arrivano alla fine del mese (o meglio alla terza/quarta settimana del mese)”.

Negli Stati Uniti è stata coniata un’espressione per identificare questa categoria: working poors; ossia i lavoratori poveri, coloro che pur lavorando gravitano intorno alla soglia di povertà, nella nostra realtà?

“E’ un fenomeno questo ben presente anche nel nostro territorio; questi lavoratori con le loro famiglie costituiscono una fascia sociale a rischio di povertà in continua espansione, una tendenza che rientra nel segno di impoverimento dei ceti medi e nella proletarizzazione degli impiegati:
l’impoverimento di larghi strati sociali è un dato di fatto, in continua crescita, complice una serie di fattori che comprendono l’impatto della crisi economica, la perdita di produttività, l’inflazione che erode i salari, soprattutto quelli dei percettori di reddito fisso, i tagli al Welfare”.

Da qui, credo, la Vostra volontà ed impegno di mettere in campo sempre più azioni?

“Azioni, che possano rappresentare un valido strumento di lotta al disagio di tante famiglie, anche quelle considerate “normali” e di cui nessuno si fa carico, dando una risposta alle esigenze di tutela, promozione e miglioramento della qualità della vita del nucleo in difficoltà, valorizzandone le potenzialità e contrastando “l’anonimia dell’abitare” che, purtroppo, riguarda molte famiglie e diverse categorie di cittadini “fragili”. L’emersione di una richiesta così forte ed in continuo aumento, ci ha spinto a riflettere sulle azioni e le modalità di intervento più idonei in favore di questa utenza, costituita non soltanto da nuclei familiari ma anche da anziani, invalidi, ecc,… .

Ad oggi, assistiamo più di 500 famiglie residenti nei territorio della nostra Diocesi con varie modalità”.

Quali e Come? “L’emporio della Carità “Papa Francesco” dove le persone con i requisiti richiesti vengono a fare la spesa come in un normale supermercato in base ad un punteggio assegnato e con una vasta scelta di benei di prima necessità che vanno dalla pasta ai prodotti conservati (pomodori, lenticcchie, tonno ecc. ndr), dall’olio al bagno schiuma e altri prodotti che in certe situazioni di cerenza andiamo a comperare per far fronte a quante più possibili necessità”.

Altri concreti esempi? “L’emporio della salute, dove vengono distribuiti gratuitamente farmaci da banco; l’erogazioni di contributi economici: trasporti, affitti, utenze, spese mediche, spese scolastiche e sempre nuove “emergenze” che ci vengono segnalate nella fase che noi chiamiami di ascolto. Ritengo opportuno far risaltare anche i vari progetti che la Caritas diocesana mette in campo grazie al contributo dell’8xmille alla Chiesa Cattolica. Nel 2021, furono attivitati 20 tironcini lavorativi dei quali 12 assunti alla scadenza. Nel 2022, oltre all’attiviazione di altri n. 6 tirocini, abbiamo ritenuto opportuno intervenire in un difficile contesto: quello Educativo. E' indiscutibile – aggiunge Farneti - la portata devastante dell'emergenza nuove generazioni. I ragazzi/ragazze, già penalizzati dai continui tagli alle risorse pubbliche e dal depuramento sociale, stanno pagando un altissimo prezzo alla sofferenza individuale e collettiva determinata da questa pandemia. Le passate generazioni giocando e facendo esperienze insieme, imparavano a stare al mondo, maturavano in ambienti sani ed istruttivi. Tra giochi e catechismo si strutturava un modo di essere comunità. Per questi motivi, c'è tanto bisogno di centri aggregativi che sappiano reinventarsi in maniera creativa e coraggiosa; di laboratori per una futura società nella quale si sappia cooperare e mettere insieme talenti e risorse di una contemporaneità globalizzata nella quale il seme buono si fa strumento di inclusione. Ragazzi/ragazze di ogni estrazione sociale, culturale, religiosa devono tornare a trovare un terreno comune per i loro sogni, per la loro richiesta di trasformare l'IO in NOI, al sicuro dai pericoli della strada e dalle minacce disgregatrici di un disorientamente generale. Dobbiamo accogliere l'appello del Santo Padre: "L'educazione, l'istruzione, la formazione sono vie privilegiate ed efficaci per umanizzare il mondo e la storia. Il nostro obiettivo con il progetto “RITROVARSI PER PARTIRE INSIEME” è stato di potenziare gli oratori della nostra diocesi in modo che da far trovare, in queste strutture, ai ragazzi/ragazze disorientati una valida offerta formativa sana e completa che promuova la costruzione di legami ed amicizie forti e rispettose di culture, religioni e razze diverse, in un luogo di aggregazione salutare, bello e accogliente. Altro nostro proposito è quello di ripartire da questo momento di crisi per dar vita a comunità locali che siano realmente includenti, luoghi in cui i ragazzi/ragazze, anche se in condizioni di fragilità, sono portatori di una diversità ed è importante che quest'ultima sia percepita come ricchezza e non come un problema o un peso”.


   

da Daniele Gattucci
 







Questo è un articolo pubblicato il 03-11-2022 alle 10:28 sul giornale del 04 novembre 2022 - 82 letture

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