Sisma, Biancani: "Per la Regione la richiesta dello stato di emergenza non è urgente. Senza non ci sono garanzie di risorse"

- commenta così il Vicepresidente del Consiglio regionale Andrea Biancani (PD) che insieme alla Consigliera Micaela Vitri, a tutto il gruppo PD, 5 Stelle e Rinasci Marche aveva presentato una mozione urgente sul sisma.
“Le caratteristiche per chiedere lo stato di emergenza ci sono tutte. Si è trattato di un evento sismico eccezionale che ha colpito il territorio marchigiano ed è stato il più forte registrato negli ultimi 90 anni nella parte settentrionale della regione. Si sta procedendo alla conta dei danni al patrimonio pubblico e privato, in alcuni Comuni attualmente rimangono chiusi alcuni edifici per lesioni che ne pregiudicano l’agibilità. Inoltre sono in corso numerose verifiche a strutture private (abitazioni, capannoni, esercizi commerciali, ecc.) e, a seguito di accertamenti, alcune famiglie sono state evacuate in vari Comuni tra cui Pesaro, Fano, Ancona e Osimo”.
“La maggioranza che guida la Regione ha, però, sostanzialmente dichiarato che la richiesta dello stato di emergenza non è urgente e nonostante la discussione della mozione ha deciso di rinviare il voto. Un fatto eccezionale, forse la prima volta in Italia che non si richiede lo stato di emergenza il giorno dopo un terremoto di magnitudo così alta. Ci aspettavamo, visto che è già passata una settimana dall’evento sismico, che la nostra mozione fosse approvata senza problemi da tutta la maggioranza, considerando le criticità che stanno vivendo molte famiglie e i danni subiti da numerosissimi edifici pubblici e privati. Una votazione che avrebbe dato più forza al Presidente della Regione nella richiesta dello stato d’emergenza in quanto sarebbe stata condivisa dall’intero consiglio regionale”.
“Purtroppo, la maggioranza ha voluto far polemica politica sulla pelle di chi è stato colpito, sostenendo che ancora non c’è una stima precisa dei danni, il che è assurdo visto che proprio lo stato di emergenza serve a fare una corretta valutazione secondo le giuste procedure e certificazioni. Un sopralluogo fatto senza stato di emergenza è infatti diverso da uno fatto in stato di emergenza e diverse sono le certificazioni emesse. A cambiare è soprattutto chi pagherà le spese, sia quelle immediate legate alle evacuazioni, allo spostamento dei servizi e alle messe in sicurezza temporanee, sia quelle successive per il ripristino e l’eventuale miglioramento antisismico. Infatti con lo stato di emergenza si creerebbe un fondo statale a sostegno degli interventi privati e pubblici, mentre fino a quando non ci sarà il riconoscimento, a pagare dovrà essere direttamente chi ha subito i danni. Ad esempio, in questi giorni, il costo per l’abbattimento della fornace Molaroni sarà a carico dei proprietari che non avranno alcuna garanzia di risarcimento”.
“Pensiamo ai tanti cittadini evacuati, ad esempio a Pesaro, Ancona e altre località, o alle tante scuole e chiese ancora chiuse perché danneggiate, o ancora alle aziende ferme perché non in sicurezza, e infine ai milioni di danni subiti dagli edifici pubblici; chi pagherà? Attualmente i cittadini e soprattutto i Comuni stanno già sostenendo spese immediate sia per dare un tetto a chi non può stare in una casa pericolante, sia per ricollocare servizi, scuole e uffici in edifici diversi, o anche per transennare una via o una parete a rischio, chi li risarcirà? Per quanto dovranno continuare a pagare? Per quanto potranno permetterselo? Ricordo che la Regione non ha voluto nemmeno anticipare i soldi agli alluvionati, limitandosi a garantire i prestiti per quelle poche attività che potevano permettersi di chiederli e che a tutt’oggi il nuovo governo non ha stanziato ulteriori risorse”.
“La verità è che a una settimana di distanza ancora la Regione sta valutando se è opportuno o meno fare richiesta, e l’aver deciso di rinviare per un’ulteriore settimana, vuol dire che sono ancora distanti dal prendere una decisione. Non vorrei che la Regione non abbia avuto l’ok dal Governo nazionale, e che, invece di fare l’interesse del territorio, stia aspettando il consenso di Roma. Avere un “governo amico” dovrebbe essere un vantaggio per la Regione invece sembra essere più un ostacolo, che rischia di penalizzare i cittadini”.
“Insieme alla Consigliera Vitri abbiamo ribadito che con lo stato di emergenza avremmo potuto dare garanzie alle persone che sarebbero arrivati fondi per sistemare le abitazioni inagibili; ai commercianti, artigiani e imprenditori sostegni per far ripartire in sicurezza le attività e ai Comuni e ai privati colpiti risorse sia per gestire i problemi immediati sia per ripristinare il patrimonio danneggiato, in particolare: scuole, sedi dei servizi socio-sanitari, monumenti e luoghi di culto. La Regione ha però deciso che queste cose possono aspettare. Inutile dire che non condivido una scelta così sbagliata, mi dispiace che anche Consiglieri di maggioranza del mio stesso territorio abbiano votato contro gli interessi collettivi”.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 17-11-2022 alle 17:15 sul giornale del 18 novembre 2022 - 114 letture
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