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Vivere con gusto



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Un impasto semplice e morbido da preparare e utilizzare in giornata, perfetto anche per una buona pizza in teglia a patto che una volta stesa verrà fatta lievitare ancora un po' fino a che sarà bella gonfia.







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Quando la frutta comincia ad essere un po' troppo matura o quando vi regalano qualche fantastico barattolo di pesche sciroppate ma anche di albicocche o prugne, trasformare tutto in un dolce molto invitante è quasi obbligatorio


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In questi giorni di fuoco in compagnia di Caronte, l'unico modo di reintegrare i sali minerali persi nelle notti insonni è sicuramente quello di bere moltissimo











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Bostrengo, fristingo e frustenga.... non si tratta di uno sciogli lingua ma sono i bizzarri nomi di alcuni dolci della tradizione marchigiana. Cambia il nome e anche qualche ingrediente ma hanno molto in comune, in pratica si tratta di dolci 'pulisci credenza'.

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A casa mia i biscotti di mosto sono un classico; c'è chi li fa a forma di maritozzo, chi di ciambelle, oppure gli si può dare la forma del filone come se fosse pane; ma si può anche tagliare a fettine, che vengono tostate in forno e diventano così biscotti da inzuppo, (conservati in una scatola di latta durano tantissimo).


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L’arte di conservare era innata nelle nostre nonne, in un’epoca senza freezer, sottovuoto e altre moderne tecniche, l’unico modo per non sprecare, per non buttare nulla, era quello di trasformare. Oltre le classiche confetture a base di frutta nella tradizione marchigiana ritroviamo anche la confettura di pomodori.

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La tradizione vuole che per San Giovanni (24 giugno) e precisamente tra la notte del 23 e 24, solstizio d'estate, si raccolgano le noci, ancora acerbe e lattiginose, a piedi nudi, usando un bastone di legno per scuotere i rami dell'albero. Tutto questo per fare un liquore considerato da sempre un ottimo rimedio per ogni malanno 'nocino'.



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E' lei...la 'pizza' di formaggio che ha un posto d'onore nella gastronomia marchigiana,alcuni la chiamano "pizza", crescia" per altri e ancora nel pesarese la 'crescia brusca'. L'origine sembra appartenere a Jesi provincia Ancona ma ormai è diffusa in tutta la regione e se non c'è non è Pasqua. Per noi marchigiani ha assunto lo stesso valore simbolico che la colomba ha in altre regioni.


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Questo dolcino per me è veramente importante....ricordo la mia nonnina che le preparava ed io bimba che aspettavo impaziente...Un dolce molto povero, per quanto riguarda i suoi ingredienti, ma secondo me bellissimo nel suo aspetto e veramente buono!!!!

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Castagnole, cicerchiata, le "sfrappe"...quale modo migliore per festeggiare il Carnevale? Vi riporto la ricetta di famiglia delle castagnole che sicuramente molto di voi conosceranno, anche questa è una ricetta che cambia da casa a casa e che fa la gioia di grandi e piccini.


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Piano piano ci stiamo avvicinando alle festa natalizie e alcuni di voi ancora faranno la cosi detta 'pista de lu porcu': a casa mia questo avvenimento è stato sempre un periodo di frenetiche preparazioni, soprattutto quando ero piccina, la pista del maiale era una festa, scattava la solidarietà dei vicini e tutti davano una mano, poi considerate che il mio nonno paterno era norcino. E quindi continuamente richiesto.

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La Cicerchia...un nome che a molti non dirà nulla...si tratta di un legume ben conosciuto dalle famiglie contadine di Marche e Abruzzo, ha sfamato la povera gente nell'immediato dopo guerra; veniva coltivata in terreni poveri e siccitosi ed era la protagonista assieme a ceci ,fagioli e roveja di calde e fumanti zuppe che riscaldavano i gelidi inverni...